Senza velo
Il velo nasconde, protegge, reprime, rispetta, domina le donne. Chi ha la risposta giusta di certo sbaglia.
Per presentare il servizio fotografico di Lucio Cavicchioni, abbiamo pensato di dare la parola a una donna. Shirin Neshat, artista contemporanea e fotografa di fama internazionale, è nata in Iran e da anni si occupa con le sue opere della condizione femminile, in particolare rispetto al mondo dell'Islam. Vi riportiamo un brano preso da una sua intervista in merito alla complessa questione del velo, questione di fronte alla quale chiunque usi la testa non può avere una opinione salda e univoca.
"Credo sia una caratteristica del femminile il non pensare a una visione dualistica dell'esistenza. [...] L'interesse per il velo nasce per me proprio dalla sua natura ambigua nella società Islamica: il velo protegge le donne dall'essere considerate un oggetto, dotandole di rispetto, e contemporaneamente nasce dalla consapevolezza degli uomini dell'incapacità di controllare la propria sessualità, costringendo le donne a coprirsi. Ma la rivoluzione ha costretto le donne ad occupare ruoli pubblici, mettendole su un uguale posizione con gli uomini. Il velo è anche un atto politico: le donne che vestono il velo mostrano la loro solidarietà alla lotta contro l'occidentalizzazione della loro società, e così il velo diviene anche un simbolo della battaglia contro l'imperialismo. Le interpretazioni del velo sono molteplici, ed è un segno dei tempi iniziare a parlarne. È un argomento che non cesserà presto di generare controversie".
Testo di Niccolò de Mojana