Fenomenologia a due
Nel tango, ci si conosce attraverso l'abbraccio.
(Miguel Ángel Zotto)
Seguendo le date di un calendario segreto, appassionati tangueri si riuniscono la sera per ripopolare una Piazza Affari altrimenti deserta. Se durante il giorno sono giacche gessate e blu a dar vita allo spettacolo della finanza, quando cala il sole, a sopresa, timide signore e signorine accompagnate da cavalieri in giubbotto e giacche pesanti, si incontrano sotto i portici sorridendosi l'un l'altro. Uno stereo di fortuna, simile a quelli utilizzati all'interno delle stazioni della metro, si anima spargendo semi argentini nell'aria e le dolci melodie proprie del tango. Le giacche vengono lasciate in un angolo e le donne indossano tacchi vertiginosi, la truppa si scioglie e inizia ad accendersi quello che è il vero e proprio tango. Osservandolo più volte dall'esterno, è possibile vedere che nelle serate più partecipate l'entusiasmo diviene denso come il fumo di un sigaro. Sempre la straordinaria armonia, mai un passo fuori posto, mai spalle che si scontrano, ma soprattutto mai chiacchiericcio invadente. Il sé non ha più significato senza l'altro, si diviene di nuovo perfetti con due teste, quattro braccia e quattro gambe: vengono sconfitti gli dei che per invidia ci hanno divisi. è una fortuna che ci siano queste persone che rendono vitale uno spazio non considerato dai più. Ballare il tango durante la notte non sarà una rivoluzione ma è una bella sorpresa tornare a casa e vedere finalmente che il centro di Milano intorno all'area del Duomo può essere ogni tanto edulcorato da questa piacevole cerimonia. La superficie della pavimentazione diviene calda, sfregata dalle gambe eleganti che la solcano, e sembra quasi che l'area della prima cinta diventi un enorme set cinematografico e che dietro le facciate non ci sia niente.