Milano under construction
Una nuova Milano è in costruzione. Ogni giorno operai scavano in profondità e in superficie, riempiono il terreno di buchi e il cielo di nuove ombre. La mia città è su un tavolo operatorio in attesa del risveglio, per ora è sotto anestesia. Chissà se una volta svegliata sarà contenta di guardarsi allo specchio? Non giudico. Per ora vedo gli scheletri degli edifici che saranno e mi affascinano, resto a guardarli crescere e mi chiedo come facciano ed essere così grandi. Da piccolo gli scheletri mi sono sempre piaciuti, quelli dei dinosauri, così grandi e minacciosi, quelli delle cattedrali che non nascondono le proprie fondamenta e ne fanno oggetto di vanto. A volte vorrei che questi edifici rimanessero così, nudi e primordiali, fieri del cemento e del ferro di cui sono fatti. Rimango deluso quando vengono ricoperti dalla banalità del vetro o delle piastrelle. Cessano di interessarmi.
Tra la fine del 2009 e l'inizio del 2010 ho finalmente deciso di addentrarmi nello scheletro che mi impressionava di più: quello di Melchiorre Gioia, futura città della moda. É divertente pensare che un giorno, tra queste tenebrose grotte di cemento, si rincorreranno modelle e agenti e che nessuno di loro potrà mai vedere l'anima scura e magnifica di questo palazzo. L'ho fotografato senza persone, mi sono addentrato tra le fondamenta e i piani ancora in costruzione. Ho aspettato giornate grigie che potessero far risaltare al meglio il materiale di cui è composto.
L'ultimo giorno di scatti c'era vento e pioveva molto forte. Dappertutto risuonava un'eco metallica e un forte odore di legno tagliato misto a cemento. Il palazzo prendeva vita, i suoi materiali risuonavano. Al di fuori di esso, in lontananza, le macchine sfrecciavano e le persone correvano per ripararsi dalla pioggia.