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To photograph is a secret about a secret. The more it tells you the less you know.
Diane Arbus
La pubblicità vive con noi ormai da decenni. La foto pubblicitaria, presentata in formati sempre più grandi, viene utilizzata per occupare spazi rilevanti della nostra visuale e finisce per integrarsi all'arredo urbano. Essa entra prepotentemente nelle nostre coscienze e, per assuefazione, viene percepita come un elemento naturale di ciò che incontriamo coi nostri occhi nel nostro atto di vivere la città. L'immagine proposta, che rimanda di solito ai miti inarrivabili del nostro costume e alle aspirazioni della nostra società, tende ad amplificare le affinità e i contrasti con la nostra vita individuale ogni qualvolta noi ci rapportiamo con essa. Per questo c'è chi la ama e chi la odia, ma nessuno può ignorarla o rimanerne indifferente. Fotografare la foto pubblicitaria nel contesto reale in cui essa viene presentata, considerando cioè non solo l'immagine stessa, ma l'enorme, infinita, cornice che la circonda, può rivelarci molti segreti e offrirci l'emozione di molte riflessioni. Altre volte, con la complicità della notte, o di riflessi casuali, il poster pubblicitario ci fa scoprire, in quella cornice, geometrie urbane inaspettate o, addirittura, ci stimola all'immaginazione visionaria.
Le foto presentate sono state scattate a Milano in prevalenza durante un periodo di tempo abbastanza limitato, fra il 2007 e il 2008, nei luoghi più simbolici della città. La scelta dei soggetti nasceva dall'esigenza di indagare l'interazione tra il messaggio commerciale e il contesto umano o urbanistico in cui la foto pubblicitaria era stata collocata. L'atmosfera è sfavillante e la crisi finanziaria è ancora lontana. I volti umani e i paesaggi che appaiono in quella che chiamo "la cornice" stimolano riflessioni amare, o qualche volta possono anche indurre al sorriso, ma l'immagine pubblicitaria ritratta è certamente l'elemento primario che governa i sentimenti dell'osservatore.