Sommozzatori della Terra
Dare una seconda possibilità: la rieducazione al lavoro delle fasce deboli all'interno della comunità, ai Sommozzatori Della Terra.
Ho conosciuto i Sommozzatori della Terra nel 2005 nel corso di un progetto per la provincia di Milano che riguardava l'inserimento nel mondo del lavoro dei diversamente abili.
La forza di queste storie e l'organizzazione della comunità mi hanno coinvolto al punto da intraprendere da solo un progetto che parlasse di loro. È un racconto in continua evoluzione al quale si aggiungono sempre nuovi episodi.
Devo molto a Massimo Dorini, attuale presidente della cooperativa no profit : è soprattutto grazie a lui se il racconto si è potuto arricchire, sviluppare approfondire in questo lasso di tempo così lungo ma necessario per capire fino in fondo una realtà così complessa impegnata nell'educare al lavoro e che cerca di volta in volta per ogni singolo nuovo membro la difficile ma possibile via del cambiamento.
I Sommozzatori della Terra esistono dal 1983 la cui sede si trova all'interno dell'ex manicomio di Limbiate. L'associazione si occupa della cura dei giardini, delle violette in serra, degli spazi verdi del parco delle Groane e di altre grandi realtà dell'hinterland milanese. Sono divisi e organizzati in squadre che alle sette del mattino partono dalla sede e si distribuiscono nella fascia di paesi e cittadine a nord di Milano. Lavorare assieme ai sommozzatori per chi è escluso dal mondo del lavoro per motivi molto diversi vuol dire ritrovare speranza, faticare e mettersi alla prova.
Il percorso educativo è definito da un periodo in cui i lavoratori sono seguiti e aiutati nel loro inserimento. Le storie sono le più varie: da chi arriva in cooperativa segnalato dal carcere con l'intento di intraprendere un percorso rieducativo, ai diversamente abili, alle cosiddette nuove povertà. Come un termometro o come un segnalatore, la storia di questa comunità si incrocia con la storia degli esclusi, spesso ignota e mai raccontata nel ricco e ambizioso nord alle porte della Brianza, che vive come una sconfitta e tabu questo periodo di crisi senza precedenti.