Un omaggio ironico, tra sacro e profano, agli strumenti di lavoro della "defunta" fotografia analogica
Un mestiere che sicuramente è conosciuto più di altri sulla rivista di MiCiAp è quello del fotografo.
Dall'introduzione sul mercato del sensore digitale, con la crisi finanziaria ed editoriale, l'ecosistema di questo mestiere è radicalmente cambiato. I fotografi assunti sono oramai casi rarissimi, agenzie importanti e consolidate si sono sciolte come neve al sole, altre invece in pochi anni si sono confermate direttamente a livello internazionale tramite la grande distribuzione "stock". Ci sono fotografi che hanno iniziato la loro carriera professionale senza la pellicola, ma si sono introdotti direttamente nel mondo digitale, dove sono i sensori oramai a fare da padrone.
I cambiamenti sono necessari, ma non serve intricarsi in una lunga e noiosa dissertazione sulla fotografia per capire quanto è stato stravolto questo mestiere nel giro di una decina di anni. Il lavoro è uno scherzoso omaggio pop a quello che fu fondamentale solo pochi anni fa. Altarini in segno di rispetto, di tutto ciò che era protagonista prima e che forse adesso non serve neanche più indispensabile. Essere nostalgici può avere un risvolto romantico, ma assistere ai rapidi cambiamenti e lavorare per uno sviluppo tecnologico contemporaneo può essere concreto ed altrettanto bello.
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