Luna Park
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Intervista di Alessandra Loche
Accendono le piazze con la loro musica, i loro giochi e luci per offrire divertimento, un salto fuori dalla quotidianità. E dentro quei gabbiotti, dietro i banconi, famiglie che si tramandano l'arte dei giostrai (ma loro preferiscono essere chiamati esercenti dello spettacolo viaggiante) da intere generazioni. Hanno occhi lucenti che hanno visto tanto quanto un fermo (così chiamano chi non vive on the road come loro) non vedrà mai. Nel cuore, i mille legami stretti nelle diverse città dove si sono fermati. Anche se questa vita di libertà significa avere poco tempo per coltivarle. Sempre in giro sulle case viaggianti. Alle prese con il montaggio dei chioschi e dei giochi che poi devono gestire per giornate, settimane. Prima di smontare tutto e ripartire per una nuova piazza. È un universo nell'universo. Ma quando ti permettono di entrare nel loro mondo, si scopre una sincerità e una trasparenza che disarmano.
Le Figlie del Sole
Elvane Medda e le sue sorelle racconta come nacquero le Figlie del Sole. Lei era la donna elettrica: si faceva passare una piccola scarica per il corpo e accendeva lampadine. Le sorelle ballavano con i serpenti. Prima di loro, la madre con le zie. E prima ancora, la nonna con le sorelle.
Ricorda i tempi passati e racconta che "prima era più facile, più magico. Ogni volta che si partiva era un'avventura". Ora È cambiato tutto. C'È più burocrazia. Ma mai cambierebbe questa vita.
Rina, la sorella della madre di Elvane, ha superato gli 80 anni, ma non smette di lavorare, con il marito, in giro per le piazze. Ha fatto parte anche del mondo del circo, dove ammaliava con le sue esibizioni con i leoni e le danze con i serpenti. È ancora una instancabile lavoratrice, perch" serve, perch" c'È bisogno. Non c'È tempo per le ferie, a volte neppure per curarsi. Si deve campare, e per farlo, si lavora duramente.
In piazza da 9 generazioni
Quella degli esercenti dello spettacolo "È una vita avventurosa β spiega Armando Piccaluga β Certo non È un lavoro adatto a tutti e per le nuove generazioni ci sono maggiori difficoltà, ma non È neanche facile cambiare lavoro". Ma chi ci nasce quasi sempre desidera continuare a lavorare nel Luna Park. Guarda la figlia e annuncia con orgoglio: "Lei e le sue sorelle sono la nona generazione".
Armando, se potesse rinascere non cambierebbe niente della sua vita: "Ho un appartamento a Milano β spiega β ma preferisco dormire a casa mia". La sua casa È quella sulle quattro ruote. Quella che viaggia con lui. Non potrebbe mai stare chiuso in un appartamento, avvolto dal silenzio. Ama i rumori, "per me sono musica". Certo, ammette, "È una vita di sacrifici, ma tra di noi c'È unità, solidarietà. Possiamo anche litigare, ma siamo tutti insieme".
Un paese viaggiante, e spesso gli amori nascono all'interno della grande famiglia del Luna Park. Ma sono legami che durano per sempre. Sembra più difficile stringere gli stessi legami con chi vive fermo. Ora la tecnologia aiuta a restare in contatto. Ma a volte È il modo di pensare di chi vive fuori dal Luna Park che crea una barriera insormontabile.
"Ci viene detto: tanto tu tra un po' te ne vai β spiega Stefany Piccaluga, detta Stuccy β e alcune persone ci considerano di passaggio, come i giochi". Ma la realtà È un'altra.
"Noi soffriamo per il distacco, ci leghiamo, i nostri sentimenti li portiamo via con noi". Questa giovane donna È un'esplosione di energia mentre si muove dentro il suo stand e invita le persone a provare a giocare.
"È una vita di libertà, gioia, divertimento", spiega il corsaro, così viene chiamato Oscar Claudi, quando gli impegni lo permettono sale ancora sulla barca in movimento. Le sue acrobazie lasciano senza fiato.
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