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Abitare Milano

Thomas Pagani

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Dimensioni abitative sospese tra gli interventi di ri-progettazione urbanistica e le "nuove parti di città" che potrebbero diventare.


Nel corso dell'ultimo ventennio la domanda sociale di abitazioni ha raggiunto livelli di complessità e articolazione tali da mettere in crisi la risposta standardizzata promossa dalle amministrazioni pubbliche. Questa nuova domanda di "casa" ha assunto i caratteri dell'emergenza e ha richiesto una risposta urgente ed efficace verso i nuovi e diversificati bisogni di cui è portatrice.

L'iniziativa Abitare a Milano, un programma della Direzione Centrale Casa del Comune di Milano in collaborazione di un équipe di docenti del Politecnico di Milano, si pone come un primo fondamentale passo per la sperimentazione di quelle che vengono considerate nuove e più incisive politiche per la casa. La peculiarità di questo programma risiede tutta nella volontà di costruire parti di città e non solamente edifici di edilizia pubblica.

I nuovi interventi non si pongono, solamente, l'obiettivo di rispondere ad una diversificata domanda abitativa, ma anche quello di divenire occasione per intervenire all'interno degli storici quartieri di edilizia pubblica della periferia urbana.
Le descrizioni del concorso di progettazione non riportando meri standard quantitativi di metri quadri di servizi o aree a verde da garantire, ma vere e proprie descrizioni di modalità di relazione tra nuovo ed esistente: "il quartiere si allarga al parco che a sua volta si protende verso la città"; "la trasformazione dell'area tende a dare forma ad un ambiente attraversabile che costituisca in sé un insieme di luoghi e servizi"; "entro tale strategia che tenta di istituire occasioni per fare emergere sinergie fra servizi esistenti, si propone di dedicare i volumi edificati previsti a forme temporanee di residenza. Una nuova popolazione non stanziale potrebbe così contribuire ad attivare forme di scambio promettenti".

Questa la teoria. La scommessa, ancora tutta da giocare, sarà vedere se e come queste parti di città che appaiono ancora sostanzialmente inabitate saranno capaci di entrare in relazione con la città e con le popolazioni esistenti per instaurare quel circolo virtuoso auspicato da Comune e progettisti. è questo futuro ancora sospeso che ci è mostrato dalle fotografie di Pagani: degli scampoli di città in attesa di essere abitati.


Testo scritto in collaborazione con Daniele Pennati

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