EDITORIALE
"Chi, lasciando Roma o le città sonnolente del Meridione, capita in mezzo a noi, riceve a tutta prima una sgradevole impressione nel trovarci così affaccendati, così occupati, così impazienti di fare e di guadagnare. Sembra un pragmatismo poco spirituale il nostro e se ne ha quasi terrore (...) Ma bisogna arrendersi all'evidenza dei fatti, riconoscendo che qui si é in un mondo veramente moderno, all'altezza dei tempi e delle necessità."
Nel 1906, con queste altisonanti parole, un noto giornalista raccontava su un quotidiano nazionale l'inizio dell'Expo nella città di Milano. Solo due anni prima, un gigantesco sciopero generale aveva paralizzato il paese, annunciando l'intensificarsi della "lotta di classe" che avrebbe tenuto banco per tutto il secolo, o quasi.
Oggi possiamo dire che in qualche modo la storia si ripete: da una parte, un nuovo Expo è in arrivo a Milano. Dall'altra, è impossibile non rendersi conto che dallo scoppio della crisi economica mondiale nel 2008, il mondo occidentale è profondamente cambiato.
Lo sviluppo della metropoli, in quanto materia del contendere, è al centro di questa complessa situazione. Allora, come adesso. Da questo punto di vista, nel nostro piccolo, noi di MilanoCittàAperta abbiamo provato in questi anni a raccontare quello che la nostra città sta vivendo, mese per mese, giorno per giorno. Il risultato, in questo ultimo numero, è una prospettiva sul tema della costruzione, dello sviluppo, del mutamento strutturale, urbanistico e ambientale di Milano.
Cantieri nati per distruggere e per ricostruire. Logiche di profitto che trasformano quartieri interi, lasciando alla sola memoria il compito di tenere vivo il passato. Fabbriche abbandonate, in bilico tra rovina e rinascita. Una città che si trasforma ogni giorno, nel bene e nel male.
Un numero che serva a capire, prima di tutto. Ma anche a reagire.
Buona visione.