EDITORIALE
Il diffuso provincialismo che anima i media svenduti del nostro paese costituisce uno dei rischi più grandi per chiunque tenti di condurre oggi un'indagine sociale sul territorio, tanto più se questo territorio si riduce a essere esclusivamente quello di una città relativamente piccola come Milano. Vorremmo quindi affermare con forza che per noi si tratta di lavorare nella direzione opposta: non vogliamo parlare di noi e dei nostri problemi per il semplice gusto di specchiarci in una pubblicazione autoreferenziale. Al contrario, cerchiamo di parlare della condizione che tutti, non solo cittadini milanesi, ma anche di quanti provengono da altre parti del mondo, vivono ogni giorno in questa città, per provare innanzitutto a riflettere in maniera più consapevole sul momento storico che stiamo vivendo.
Milano sta indubbiamente affrontando un lungo periodo di decadenza. Sono lontani gli anni in cui la nostra città poteva vantarsi di essere l'avanguardia politica del "movimento", gli anni in cui si cercavano nuove risposte alle pressanti contraddizioni della situazione sociale. Oggi, Milano è nota per essere più semplicemente la capitale del berlusconismo, della moda e dello smog. Possiamo dire che la condizione di Milano è indicativa della scoraggiante situazione culturale ed economica che noi italiani stiamo vivendo da ormai alcuni decenni. Nasce quindi da questa consapevolezza la scelta di occuparci in questo numero di questioni importanti e generali, a partire da situazioni puramente milanesi, che possano essere il più possibile rappresentative del nostro presente. Non solo per "dovere di cronaca", ma anche e soprattutto per fissare alcuni punti fermi da cui provare a ripartire, nella speranza che qualcosa (o qualcuno) attorno a noi si risvegli.
Vi parleremo quindi delle realtà multietniche che sorgono nelle periferie della città, ignorate dai media eppure drammaticamente attuali; del problema degli immigrati e dei precari che lottano per diritti che lo Stato si ostina a non volere riconoscere; di quelle realtà d'evasione che nascono per provare a stornare il pensiero unico dominante e a ridarci respiro attraverso un sorriso o una musica clandestina.
A tutti voi, cittadini di Milano (e quindi d'Italia) è dedicato questo quinto numero di miciap.