EDITORIALE
Ama la gente e faglielo capire
Robert Capa
Spendiamo più soldi per automobile e bollette che per il cibo. Gli ultimi dati che ci arrivano dai giornali sono impietosi.
La situazione di grave crisi fa ritornare la storia indietro di trent'anni e sembra davvero ci sia bisogno di risalire al 1980 per vedere l'irrisoria cifra di 2400 euro annui destinati in media alla spesa alimentare.
La questione è difficile e un dubbio resta. Non è che questo sistema ci sta portando verso un ribaltamento delle priorità del vivere ? Questa nostra società che ha una fiducia enorme nel concetto di crescita in quanto "condizione sine qua non", non si sta forse sbagliando?
Viviamo anni duri, fra stage non pagati, lavori con contratti di due giorni, precarietà diffusa e risposte poco chiare ai problemi. In questo momento in cui il capitalismo naviga a vista, il pensiero liberista che ha prodotto questa crisi fa di tutto per salvarsi. Questo pensiero che ha imposto da tempo un modello di consumo inesorabile (oggi siamo tutti consumatori, prima che cittadini), sembra ripeterci continuamente il suo ritornello magico, il suo refrain scintillante: "Comprate, signori! Poco importa cosa. Soltanto così, si cresce. Soltanto ciò che ha un suo valore monetario merita attenzione."
E questo discorso vale spesso anche per le storie, le narrazioni, i reportages, le fotografie, che non sono immediatamente vendibili, vittime della legge della domanda e dell'offerta.
Miciap presenta questa ISSUE 11 - Ai margini - proprio perché pensiamo che le storie, nonostante tutto, ci potrebbero salvare. Il raccontare potrebbe rimettere in discussione quelle strane priorità e aprire spazi nuovi di dubbi e riflessioni.
Questa primavera Miciap vuole pubblicare quelle storie che restano spesso nascoste perché non stanno bene vicino a una pubblicità patinata. Storie che ci appaiono leggermente fuori fuoco e, raccontando quella frontiera tra chi sta dentro e chi sta fuori da questa società, ci ricordano anche la straordinaria umanità di quel fotografo, pioniere del reportage che con le sue Contax sbarcava in Normandia, alla ricerca dei volti. Per raccontare.
E così arriviamo a Milano nel 2012, con le forti immagini dei clochards in bianco e nero di Claudio Vitale che sembrano ancora sorriderci con un po' di sarcasmo, dal 1989, per il fatto di ritrovarsi simili a chi vive alla stazione Garbaldi oggi; ricordandoci che il tempo, a volte, sembra non passare. Ecco allora Rosaria e Giacomo, "senza tetto" di oggi, fotografati da Luca Napoli l'anno scorso. Due persone che hanno una vita normale alle spalle ma che adesso sono fuori dal mondo, sulla strada, pronti a parlare della loro storia a uno sconosciuto.
Pubblichiamo le vite d'amianto di Emanuele Cremaschi e Chiara Diomede. Le White, case popolari alle porte di Milano, costruite con l'amianto prima che venisse messo al bando nel 1992, hanno visto morire 49 persone a causa dell'esposizione alla sostanza nociva. Si raccontano le lotte degli abitanti dello stabile, i loro sguardi d'amarezza, il terribile silenzio istituzionale durato venticinque anni, che si sente echeggiare nella canzone "Milano sud Est" di Oscar, abitante delle White.
E ancora, la storia di Luca. E' la storia di un uomo che viveva in una Punto scassata nel parcheggio di una multinazionale, dopo un divorzio devastante. La storia di qualcuno che molti chiamerebbero "matto" , semplificando le cose. E' il bellissimo racconto del fotografo che si avvicina a quella frontiera tra chi sta dentro e chi sta fuori dalla società, rinunciando agli stereotipi. Edoardo Pasero ci lascia le sue immagini senza giudicare: Nei suoi comportamenti però, si avvertono quelle sfumature buie e profonde che tutti ci portiamo dentro anche se cerchiamo di tenerle lontane.
E Charlie, infine. Con le sue origini nobili e il suo sguardo affascinante, viene ad aprire la porta della sua casa piena di gatti, accettando di essere fotografato da Lorenzo Martelli. Nei suoi occhi, nei dettagli del suo mondo si intravede la solitudine dell'uomo ma si sente anche la forza della scelta non conformista, dell'altra possibilità.
Questa issue 11 è molto vicina alla chiusa del manifesto di Miciap, raccontare per cambiare. Questa primavera abbiamo deciso di buttare un sasso molto grande nello stagno.
Buona visione.